La cervicalgia come risolverla
Il disturbo più frequente nel mondo occidentale è rappresentato dal dolore cervicale che irradiandosi dalla nuca verso il dorso, o dalla nuca verso la testa determina scricchiolio articolare, dolore e limitazione del movimento.
La cervicalgia può determinare anche una sintomatologia dolorosa e ipo funzionalità a livello di braccio, avambraccio e mano.
Lo stato doloroso può interessare pi strutture connesse alle vertebre cervicali: strutture nervose, tendinee, legamentose, muscolari, vascolari, articolari.
Il tipo di dolore è percepito come limitante, in quanto rende difficile applicarsi nelle normali attività giornaliere di concentrazione e nell’attività di movimento.
Il dolore si manifesta con scosse lancinanti, e talvolta con formicolio, intorpidimento e perdita di forza.
Tuttavia questo dolore che nei casi più comuni è associato ad un reale alterazione delle strutture anatomiche delle vertebre, talvolta non è comprovato da riscontri radiologici che possano spiegarlo.
L’origine del problema può quindi essere:
• Di origine organica
• Di origine psicosomatica
• Di origine energetica
Le patologie psicosomatiche sono in genere comunemente considerate una fantasia.
Tuttavia sappiamo che i nostri atteggiamenti interiori influiscono sulla postura e sulla contrazione muscolare, per cui per il riflessologo è importante capire che essendo il collo una zona poco protetta, quando insorgono paura, ansia, insicurezza, impotenza, pericolo si tende a contrarre i muscoli in maniera più o meno consapevole, si assume l’atteggiamento della tartaruga che ritira la testa nel carapace per difenderci.
Se il disturbo rigidità-dolore si verifica durante il giorno in genere è determinato dall’ansia, dalla paura di non farcela e il dolore aumenta con il passare delle ore del giorno (cervicalgia psicosomatica primaria).
Se il disturbo si manifesta durante la notte e ci si sveglia con il dolore si parla di (cervicalgia psicosomatica secondaria).
Le emozioni legate alla paura e all’ansia che vengono controllate durante il giorno riemergono la notte durante l’attività onirica con incubi e durante il sonno ci si contrae involontariamente e ci si sveglia con dolore al collo che diminuisce nel momento in cui ci si riappropria del proprio se, ma la rigidità permane.
Con il tempo la contrazione dei muscoli si consolida a livello organico con cronicizzazione, che comporta alterazione a livello delle vertebre cervicali.
Le persone il cui fluido energetico è bloccato si sentono depresse, sempre in lotta con se stessi e costantemente in difficoltà relazionale con gli altri. Per questi soggetti diventa difficile provare piacere quindi la vita diventa grigia e tetra, di conseguenza l’approccio energetico con la realtà è influenzato negativamente (grounding); organi di senso, braccia e mani, gambe e piedi, pelle e organi sessuali, subiscono della mancanza di questa energia provocando blocchi e rigidità muscolari che sono inconsce. Ad esempio i blocchi nella gola e nelle mascelle impediscono di piangere e gridare, ma impediscono anche di cantare o di gridare di gioia ; i blocchi nelle spalle e nelle braccia frenano non soltanto il desiderio di aggredire o di colpire, ma anche il desiderio di abbracciare.
Con il mio metodo di trattamento attraverso la riflessologia plantare andiamo a far rilassare le strutture muscolari e tendinee della regione del collo ed a ridurre fino alla completa scomparsa il dolore cervicale, mettendo a fuoco la causa della rigidità tensione
Articolo a cura di
Nadiya D. Ancarani www.scuolariflessologia.it